Ecco come bisogna essere! Bisogna essere come l’acqua. Niente ostacoli – essa scorre. Trova una diga, allora si ferma. La diga si spezza, scorre di nuovo. In un recipiente quadrato, è quadrata. In uno tondo, è rotonda. Ecco perché è più indispensabile di ogni altra cosa. Niente esiste al mondo più adattabile dell’acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.
Laozi ( filosofo e scrittore cinese antico del VI secolo a.C)
Montaggio, Fr∴ M∴M∴ C∴
Chi avrebbe mai potuto pensare che il poeta Giovanni Pascoli, insigne letterato italiano, avrebbe trovato la sua Macondo – la memoria di Gabriel García Márquez perdoni l’ardire – nel villaggio di Bevogo, cinquecento anime arse dal sole africano situato vicino all’isolata “città” di Korhogo, anch’essa sperante di essere, forse in un futuro impossibile, una Macondo per qualcuno. Già, chi lo avrebbe mai detto, di Giovannino. Eppure Giovanni Pascoli, perlomeno nella sua entità latomistica, oggi ha raggiunto l’Africa. Esiste una piccola missione in questo paese dimenticato, in questa Bevogo che nessuno conosce: pochi sacerdoti, qualche volontario, ma tanta gioia, tanto di quel “capriccio” di esistere, che gli abitanti chiamano vita, e che vita infatti è, ma che per noi occidentali è solo uno sforzo di sopravvivenza. La Rispettabile Loggia Giovanni Pascoli n. 1089 all’Oriente di Bologna, complice un giovane amico sensibile, ha realizzato un sogno: costruire, a proprie spese, un pozzo artesiano che già da ora fornisce acqua limpida a un comprensorio di vite che conta (Bevogo esclusa) anche gli abitanti dei villaggi limitrofi: oltre tremila persone, immerse in un terrorismo, quello dell’Isis, che spazio non dà alla speranza. Ma almeno una di prospettiva, questi uomini, queste donne, questi bimbi, ora ce l’anno: si chiama acqua. Si chiama vita. E non è un capriccio.