Proseguiamo la pubblicazione a puntate dello stradario massonico della città di Bologna, a cura del Professor Stefano Arieti.
BARACCA FRANCESCO (via)
Da via Marzabotto a via Piave. Quartiere Porto
BIOGRAFIA PROFANA
Francesco Baracca nacque il 9 maggio 1888 da una ricca famiglia di Lugo di Romagna. Conseguita la maturità classica al Liceo “Dante Alighieri” di Firenze si iscrisse all’Accademia Militare di Modena. Nel 1909 approdò alla scuola di cavalleria di Pinerolo, dove ottenne il grado di sottotenente dell’Arma di cavalleria e fu assegnato a Roma. La sua passione per l’equitazione lo portò a vincere il concorso ippico di “Tor di Quinto” nel 1911. Folgorato dai progressi della nascente aviazione, nel 1912 venne inviato a Reims dove conseguì il brevetto militare nel 1914. Allo scoppio della Grande Guerra venne subito impiegato in missione contro gli austriaci. Nell’ aprile del 1916 gli fu affidato un aereo, il Neuport 11, ed entrò a far parte del “70° Squadriglia caccia”, conseguendo il primo di una lunga serie di successi: l’abbattimento di un Brandenburg nemico con la cattura del suo equipaggio. Nel 1917 gli venne assegnato il comando di una nuova squadriglia, la “91a”, dotata di “ Spad XIII”. E’ nella Battaglia del Solstizio, combattuta sul Piave nel giugno 1918, che questa squadriglia si rivelò determinante perché riuscì a conquistare il dominio del cielo, contribuendo a fermare l’avanzata delle prime linee nemiche. Purtroppo il 19 giugno 1918, nel corso di un combattimento, l’aereo di Francesco Baracca, che nel frattempo è diventato maggiore, venne colpito dalla contraerea nemica schiantandosi in fiamme sul Montello.
BIOGRAFIA MASSONICA
Fu quotizzante della R:. L:. Dovere e Diritto di Lugo. Membro del Sovrano Capitolo Rosa Croce del Rito Scozzese Antico ed Accettato
BIBLIOGRAFIA:
- De Agostini, Baracca. L’eroe del Cavallino, Vimodrone (MI) 2008;
- L. Suprani, La grande guerra di Francesco Baracca, Forlì 2020.
BASSI UGO (via)
Dalla confluenza di Piazza Nettuno con via dell’Indipendenza a via G. Marconi Quartieri Porto e Saragozza
BIOGRAFIA PROFANA
Ugo Bassi nacque a Cento di Ferrara nel 1809. Sensibile fin dall’età giovanile agli ideali risorgimentali, studiò retorica presso i padri Barnabiti di Bologna, entrando nella loro Congregazione e prendendo i voti sacerdotali a Napoli nel 1825. Nel 1848 seguì come cappellano le truppe di volontari guidate dal generale Durando. Ferito tre volte a Treviso, partecipò alla difesa di Venezia. Trasferitosi a Roma si unì ai volontari garibaldini nella difesa della Repubblica Romana. In quei mesi fu colpito da un provvedimento di secolarizzazione, che non gli venne mai comunicato. Alla caduta della Repubblica Romana si unì a Garibaldi nella ritirata. Il 4 agosto 1849 fu catturato dagli austriaci a Comacchio e condotto a Bologna fu fucilato l’8 agosto successivo, insieme a un altro patriota Giovanni Livraghi. Il 18 agosto 1849 gli austriaci, per impedire che i cittadini di Bologna manifestassero i propri sentimenti di affetto sulla tomba del Bassi, riesumarono il suo corpo traslandolo all’interno, nel cimitero della Certosa in un luogo sconosciuto. Solo nel 1859 con la fine del potere pontificio fu possibile onorarlo
BIOGRAFIA MASSONICA
Pur non esistendo un diploma di affiliazione, è probabile che fosse iniziato alla Loggia “Concordia” intorno al 1845-48, anche se alcuni studiosi ritengono che fosse massone sin dal 1840.
BIBLIOGRAFIA
- Manelli, La Massoneria a Bologna dal XII al XX secolo, Bologna, Analisi, 1986, pp. 116, 173-185;
S.Tatta, Bassi, barnabita e massone, in: Bologna massonica. Le radici, il consolidamento, la trasformazione, a cura di Giovanni Greco, Bologna, 2007, pp. 243-250.
BATTISTI CESARE (via)
Da via U. Bassi a via Barberia Quartiere Saragozza
BIOGRAFIA PROFANA
Figlio di un commerciante, nacque a Trento nel 1875. Nel 1893 s’iscrisse alla Facoltà di Lettere di Firenze e vi si laureò con una tesi di geografia trentina, di cui anche in seguito continuò a occuparsi. Si diede giovanissimo alla vita politica conciliando irredentismo e socialismo. Soppressa al suo primo numero la Rivista popolare trentina (febbr. 1895), da lui fondata, diede vita alla Società degli studenti trentini e al settimanale socialista L’Avvenire del lavoratore (1896). Preclusa ogni altra soluzione dall’esistenza della Triplice Alleanza, Battisti, per circa un decennio, pose al centro del proprio programma la lotta per l’autonomia amministrativa del Trentino e la richiesta di un’università italiana a Trento. Nel 1900 fondò il Popolo e nel 1904 subì una breve prigionia a Innsbruck. Eletto nel 1911 deputato alla Camera di Vienna, mostrò nei suoi discorsi di non credere più alla possibilità di una convivenza del Trentino con l’Austria. Scoppiata la prima guerra mondiale, si stabilì (agosto 1914) a Milano, sviluppando un acceso programma interventista, con discorsi di propaganda tenuti nei centri principali d’Italia. Dopo l’ingresso dell’Italia in guerra si arruolò nel 5º regg. alpini; sottotenente nel dicembre, partecipò valorosamente a più azioni di guerra (più volte decorato), ma il 10 luglio 1916 sul monte Corno fu fatto prigioniero con Fabio Filzi. Riconosciuto e sottoposto a giudizio marziale, fu condannato all’impiccagione; affrontò la morte il 12 luglio nel castello del Buon Consiglio.
BIOGRAFIA MASSONICA
Non si ha documentazione sui suoi rapporti con l’Istituzione, sebbene già nel 1919 fu eretta in Trento una loggia a suo nome.
BIBLIOGRAFIA
- Biguzzi, Cesare Battisti, Torino 2008
BENTINI GENUZIO (via)
Dalla via di Corticella, dopo il n.209, attraversa le vie Colombarola e S. Anna. Quartiere Navile
BIOGRAFIA PROFANA
Nato a Forlì nel 1874, fu, fin da giovanissimo, conosciuto come “il Romagnolo” e segnalato dalla polizia come oratore e propagandista anarchico, seguace di Ludovico Nabruzzi e di Pietro Gori. A Ravenna dal 1890, collaborò al settimanale anarcosocialista Rivendicazione (1891-92). Nel 1892 si stabilì a Bologna dove seguì i corsi della Facoltà di Giurisprudenza. Nel 1893 collaborò a La Propaganda, giornale anarchico di Imola. Denunciato per le manifestazioni del 1° maggio 1892 a Ravenna, scontò quattro mesi di carcere nel 1896, anno in cui si laureò con una tesi contestativa del reato di sciopero. Avvocato penalista a Bologna, fu membro del comitato federale socialista e acquisì una posizione di rilievo tra i dirigenti del partito tanto da venire eletto nel novembre 1904, a soli trent’anni, deputato nella circoscrizione di Castelmaggiore. Fu, poi, eletto nelle fila del Partito Socialista dalla 22a alla 24° legislatura. Dopo il delitto Matteotti si astenne dalla politica attiva e si dedicò con grandissimo successo, per la sua impareggiabile retorica, all’attività forense. Morì a Lodi il 15 agosto 1943 colpito da trombosi.
BIOGRAFIA MASSONICA
Iniziato nella Loggia VIII Agosto dell’Oriente di Bologna il 23 giugno 1909, fu elevato a Compagno d’arte il 18 settembre e a Maestro il 4 dicembre dello stesso anno.
BIBLIOGRAFIA
- Nardi, Genuzio Bentini. L’uomo, la sua arte forense,Genova 1958.
BIXIO NINO (via)
Da via Normandia Quartiere Borgo Panigale
BIOGRAFIA PROFANA
Nato a Genova il 2 ottobre 1821, fu battezzato con il nome di Girolamo. La prematura morte della madre lo avviò a un’infanzia disordinata: impetuoso e ribelle, maturò fuori della famiglia e della scuola, in lunghi vagabondaggi per le strade e il porto della città natale. La vita sul mare rappresentò per lui una scuola preziosa, scuola di azione e di disciplina, cui faceva riscontro, negativamente, la carenza di una istruzione generale, che egli avrebbe faticosamente tentato di conquistare con una serie di massicce letture, di carattere soprattutto storico e scientifico. Nel 1846, dopo alcune clamorose avventure nel mare di Sumatra (contribuiranno anch’esse a dar colore alla leggenda che lo accompagnerà per tutta la vita), Bixio fu costretto a tornare con mezzi di fortuna in Europa: da New York arrivò a Parigi, dove si era sistemato il fratello Alessandro, che lo introdusse nei gruppi politici di opposizione alla monarchia di Luigi Filippo. Nel 1847 rientrò nella sua città natale dove strinse rapporti con gli elementi repubblicani della città, conobbe la madre di Mazzini e quella dei fratelli Ruffini, si avvicinò – e fu l’inizio di una fraterna amicizia – a Mameli. Nel 1848 alle prime avvisaglie di guerra, si arruolò volontario, con in grado di sottotenente. L’armistizio Salasco rinfocolò in Bixio, come negli altri democratici, amarezza e delusione, ma un rapido incontro con Mazzini a Milano riaccese le sue speranze. Con i resti della Legione mantovana, verso i primi di novembre del 1848, raggiunse in Romagna Garibaldi; suo ufficiale di ordinanza, con lui ispezionò, attraversando le Marche, i confini napoletani. Arrivata la notizia della insurrezione di Genova, raggiunse, in Roma repubblicana, Mameli e ambedue, con la qualifica di inviati straordinari, ripartirono, il 4 aprile 1849, per la città natale, in tempo solo per apprendere la notizia della sconfitta e per assistere alle ultime trattative di resa dei forti occupati dai rivoltosi. Con Mameli Bixio riprese subito la via di Roma; sbarcò a Civitavecchia contemporaneamente alle truppe francesi, e ne trasse occasione per un aperto attacco all’intervento straniero nella sala stessa in cui era adunato il consiglio di guerra del generale Oudinot. Durante la campagna a difesa della Repubblica Romana diventa capitano. Ferito nel combattimento del 3 giugno e curato in un ospedale romano, Bixio lasciò Roma, occupata dai Francesi, solo verso la metà del novembre 1849. Nel 1853 decise l’attuazione di un’idea a lungo accarezzata: raccogliendo a fatica i capitali, riuscì a costruire, sul modello dei clipper americani, una nave, “Goffredo Mameli”, con cui partì il 28 novembre 1855 per l’Australia. Fu una iniziativa che si rivelò disastrosa. A Genova, dal 1857, il B. curò la propaganda nell’opinione pubblica e la preparazione militare delle forze volontarie. Quando, il 26 aprile 1859, scoppiò la guerra con l’Austria, Bixio era a Savigliano, centro di raccolta dei volontari; maggiore nei Cacciatori delle Alpi, combatté con Garibaldi in Valtellina e, dopo Villafranca, lo seguì nell’Italia centrale e poi fu al suo fianco della famosa impresa dei “Mille”. La sua partecipazione all’impresa si colorò presto, per l’opinione pubblica italiana. di tinte leggendarie, in cui episodi mitici (ricordiamo la famosissima frase di Garibaldi: “Bixio, qui si fa l’Italia o si muore!”) si univano a fatti autentici di coraggio e di bravura militare. Del rivoluzionario mondo garibaldino, Bixio fu uno dei pochi a inserirsi – e ad essere accettato – nelle alte sfere dell’Italia ufficiale. Ricevette la croce di ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, e il suo grado di generale dell'”esercito meridionale”, che si stava con fatica inserendo nei quadri delle truppe regolari italiane, venne riconosciuto, il 27 marzo 1862, con anzianità al 1861. Contemporaneamente, eletto deputato, Bixio iniziò la sua vita politica: pur sedendo a sinistra, si proclamò indipendente da qualsiasi schieramento politico. Bixio accolse con particolare entusiasmo la guerra del 1866. Fu una delusione: negli ampi, slegati, disorganici combattimenti, che presero il nome di battaglia di Custoza, la sua divisione, dopo aver respinto, con quella del principe Umberto, l’attacco nemico davanti a Villafranca, restò immobile, fedele alla consegna di Lamarmora di “tener fermo”, nonostante le insistenze del re per un contrattacco, mentre le altre divisioni subivano alterne vicende. L’amarezza di Bixio per gli sviluppi della guerra crebbe con la crisi del 1867, che, se segnò, con Mentana, il tramonto del garibaldinismo, mise anche in luce le carenze e gli errori dell’Italia ufficiale. Fu sotto la spinta di questi avvenimenti, e forse per una maturata, onesta consapevolezza dell’esaurimento di una propria funzione – oltre che per necessità economiche – che egli si decise ad abbandonare la politica e l’esercito (dopo esser stato nel settembre 1866 al comando della divisione territoriale di Brescia, nel 1867 era passato a quella di Perugia) e a riprendere la via del mare. Periodo brevemente interrotto dalle vicende legate all’ultimo assalto a Roma nel 1870. Il 6 luglio 1873 partì da Messina per Batavia e per Singapore. Nel mare di Sumatra, colpito da febbre gialla, moriva qualche mese dopo, il 16 dicembre 1873. La sua tomba provvisoria, in un isolotto, venne profanata dagli indigeni, e solo alcuni anni più tardi i suoi resti, rintracciati sulla spiaggia di Atcin, trovarono sepoltura definitiva a Genova.
BIOGRAFIA MASSONICA
Fu probabilmente iniziato nella Loggia “Trionfo Ligure” all’Oriente di Genova il 1 dicembre 1858. Nel 1867 è eletto Primo Sorvegliante della Loggia “Valle di Potenza” all’Oriente di Macerata. Dopo la sua morte alcune Logge, tra cui una a New York, furono intestate a suo nome
BIBLIOGRAFIA
- Milani, Vita e morte di Nino Bixio, Milano 2011
BOMBICCI LUIGI (via)
Da via P.A.Orlandi a via E.Golinelli. Quartiere Savena
BIOGRAFIA PROFANA
Nacque a Siena l’11 luglio 1833. Studiò all’Università di Pisa, dove si laureò in Scienze naturali nel 1853. Alla fine del 1860 fu nominato professore di storia naturale nel Liceo di Pisa, ma un mese dopo fu chiamato come professore di Mineralogia dall’Università di Bologna, dove rimase per il resto della sua vita e dove fu anche preside della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali. Arricchì l’Istituto di un ineguagliabile Museo. Le sue collezioni mineralogiche, fra cui primeggiano quelle della Toscana e dell’isola d’Elba, la magnifica raccolta delle ambre di Catania, le collezioni degli zolfi e delle meteoriti, nonché la raccolta dei minerali dell’Appennino bolognese, prodotta delle molte escursioni da lui compiute, restano ad attestare perennemente la sua originalità e genialità. Nel 1875 pubblicò un trattato di Mineralogia generale, colmante in quell’epoca una lacuna da tutti sentita e che gli procurò grande fama in Italia e all’estero. Sedette per molti anni nei consigli del Comune e della Provincia, e fu anche Deputato provinciale dal 1886 al 1890. Nel 1871 è costituita la Lega per l’istruzione del popolo, una sorta di università popolare. Morì a Bologna il 17 maggio 1903.
BIOGRAFIA MASSONICA
Il 15 marzo 1889 fu elevato al grado di Maestro nella Loggia VIII Agosto all’Oriente di Bologna. Questo al momento è l’unico dato che su di lui si abbia.
BIBLIOGRAFIA
- Neviani, Alla memoria di L. B., in Boll. d. Società Geologica Italiana, XXII (1903), pp. XCI-CX
BONCI ALESSANDRO (via)
Da via E. Caruso a via A. Borghi Mamo Quartiere Santo Stefano
BIOGRAFIA PROFANA
Nato a Cesena il 10 febbraio 1870, da apprendista calzolaio, per la sua splendida voce, potè essere ammesso al Liceo musicale di Pesaro Nel 1893 riuscì a vincere un concorso a primo tenore nella cappella della S. Casa di Loreto, ove rimase fino al 1896. Il 20 gennaio di quello stesso anno esordì al Teatro Regio di Parma quale Fentori nel Falstaff verdiano, ma con contrastato successo; successo che, invece, gli arrise pienamente non molto dopo a Milano, ai teatri Lirico e Dal Verme, soprattutto nelle opere Faust di Ch. Gounod, Mignon di A. Thomas e La sonnambula di V. Bellini. Nel 1897 cantò al Teatro alla Scala di Milano, applauditissimo accanto alla “virtuosa” Regina Pinkert, dapprima nei Puritani (18 febbraio), quindi nella Sonnambula (18 marzo). D’allora fino al 1927, anno del suo ritiro dalle scene, Bonci percorse l’Europa e gli Stati Uniti d’America (dove debuttò il 3 dic. 1906 al Manhattan Opera House di New York con I puritani e il 22 nov. 1907 al Teatro Metropolitan della stessa città con il Rigoletto), interpretando insieme con le più famose cantanti d’agilità dell’epoca (M. Sembrich, L. Tetrazzini, M. Barrientos) opere del repertorio classico del tenore lirico-leggero: Don Pasquale, Elisir d’amore, La favorita ,Don Giovanni di Mozart, Il barbiere di Siviglia di Rossini, ecc. In età più matura Bonci affrontò, con non minore fortuna, anche ruoli più forti nella Bohème di Puccini e in Un ballo in maschera di G. Verdi. Morì a Viserba (Forlì-Cesena) il 9 agasto 1940.
BIOGRAFIA MASSONICA
Fu iniziato nella Loggia VIII Agosto all’Oriente di Bologna 30 dicembre 1913. Fu elevato ai gradi di Compagno d’Arte e di Maestro nello stesso giorno il 19 marzo 1914.
BIOGRAFIA
- Celletti, Alessandro Bonci, in Le grandi voci. Diz. critico-biografico dei cantanti, a cura di R. Celletti, R. Vegeto e J. B. Richards, Roma 1964, coll. 76-81.
- Gnocchini, L’Italia dei Liberi Muratori, Roma 2005, p. 44
BOVI CAMPEGGI PAOLO (via)
Dalla via F. Zanardi al viale P. Pietramellara. Quartiere Porto
BIOGRAFIA PROFANA
Nacque a Bologna il 10 gennaio 1814. Giovane studente dell’ Università di Bologna , si trovò implicato in agitazioni che lo condussero all’arresto. Rimesso in libertà, proseguì gli studi filosofico-matematici laureandosi nel 1837; esercitò poi per due anni (1845-1847) la professione di “agrimensore” e “architetto civile ed idraulico”, prima presso uno studio poi per conto proprio. Nel 1848 accorse nel Veneto insorto. Dopo la capitolazione rimpatriò, ma per breve tempo. Nel ’49 partecipava come sottotenente d’artiglieria alla difesa della Repubblica romana, distinguendosi come eccellente tiratore al comando di una batteria alla sinistra di porta S. Pancrazio. Il 27 giugno, sotto un bombardamento francese, da una palla di cannone ebbe asportata la mano destra; solo dopo un’ulteriore ferita acconsentì a lasciare il posto per farsi trasportare presso un’ambulanza. Per il gesto fu poi nominato capitano il 3 luglio, con decreto del Triumvirato. A fianco di Garibaldi nella ritirata attraverso l’Italia centrale, lo raggiunse a Tangeri e lo seguì nell’esilio di New York, ospiti entrambi di A. Meucci. Nel 1851 Bovi Campeggi fece ritorno a Bologna, dove il governo pontificio lo aveva intanto retrocesso al grado di maresciallo d’alloggio e messo in congedo. Allontanatosi dalla città natale, Bovi Campeggi dal 1852 fino al 1858 lavorò a Cagliari come ingegnere a rilevare piani, disegnare lavori per migliorare vecchie saline, impiantare e dirigere la costruzione di nuove, presso la Compagnie des Salines de Sardaigne. Nel 1859 partecipò alla Guerra d’Indipendenza, sempre al seguito di Garibaldi, dapprima come sottotenente, poi come luogotenente nello Stato Maggiore dei cacciatori delle Alpi. Successivamente partecipò alla spedizione “Dei Mille”. Per le imprese compiute fu, dapprima, decorato con la croce di cavaliere dell’Ordine militare di Savoia, poi nominato cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Dopo la campagna del 1866, si ritirò a vita privata e morì a Bologna il 28 settembre 1874.
BIOGRAFIA MASSONICA
Risulta affiliato negli anni Sessanta dell’ 800 alla Loggia Galvani
BIBLIOGRAFIA
M.Adorni, Paolo Bovi Campeggi, in Bologna Massonica, a cura di G. Greco, Bologna 2007, pp. 207-208.