- Potrebbe diventare una vera “rivoluzione massonica del cuore”.
- Dare forme più organizzate ed incisive all’azione filantropica delle Logge, non solo in Emilia Romagna, ma anche in tutt’Italia: per questo – ha ribadito il Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso – sta nascendo la Federazione Nazionale delle Associazioni Solidaristiche Massoniche
- Acacia ne farà parte, ma bisogna che a credere nella sua potenzialità siano tutti i Fratelli emiliano -romagnoli
- Il presidente del Collegio circoscrizionale, Giangiacomo Pezzano: “Abbiamo già superato la fase dell’incredulità, ora dobbiamo dimostrare la nostra capacità di agire concretamente”.
Una “rivoluzione del cuore”, da parte di tutti i massoni: è ciò che ha auspicato pochi giorni fa, da una tornata di logge sarde, il Gran Maestro Stefano Bisi, per contrastare la continua erosione della coesione sociale prodotta dalla stagnante crisi economica del Paese. Ed una simile rivoluzione si sta concretizzando proprio in Emilia Romagna, dove, nelle scorse settimane, lo spirito solidaristico e filantropico dei massoni di questa Regione ha tentato di darsi una forma più organica ed efficace, o almeno di gettarne le basi, in un convegno svoltosi a Modena per consolidare e rilanciare l’Associazione Acacia, già attiva da alcuni anni, ma desiderosa di proiettarsi verso progetti di solidarietà ed assistenza decisamente più importanti.
Ed a fornire esempi e suggerimenti in questo senso, è intervenuto allo stesso convegno modenese il Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso, il cui nome è legato soprattutto all’esperienza ed alla gestione degli “Asili Notturni” e del “Piccolo Cosmo” di Torino, la più importante e rappresentativa istituzione benefica della Massoneria italiana (distribuisce ogni anno oltre 100mila pasti ed eroga più di 5mila prestazioni mediche (per lo più dentistiche) a persone bisognose di aiuto.
“Per raggiungere simili risultati – ha detto Sergio Rosso – bisogna soprattutto dimostrarsi credibili nelle intenzioni e nelle capacità. Alla Massoneria non mancano certo diffuse ed indonee capacità professionali, mediche, manageriali, organizzative, per dare vita a qualsiasi progetto. Occorre semmai acquisire la metodologia e le conoscenze tecniche più specifiche per raccogliere fondi e rapportarsi con la Pubblica Amministrazione”.
“So per primo che dobbiamo superare molte barriere e molti pregiudizi in questo senso – ha affermato lo stesso Sergio Rosso – Ma proprio attraverso le realizzazioni concrete che riusciremo a creare, inizialmente anche con le nostre sole forze, riusciremo ad essere finalmente riconosciuti come validi partner sociali delle Istituzione, ed a pieno diritto come attori importanti del terzo settore, il volontariato, che avrà un ruolo sempre più importante nel nostro Paese. E se accadrà questo anche la nostra immagine presso l’opinione pubblica migliorerà rapidamente”.
“A Torino, ad esempio, la struttura degli Asili Notturni è stata chiamata a sperimentare e testare un protocollo di prevenzione da rischi di contagio in strutture di accoglienza nelle quali convergono persone disagiate d’ogni tipo e nazionalità. Si tratta di un protocollo basato su questionari e osservazioni di tipo medico, che, dopo questa fase di sperimentazione, potrebbe essere adottato a livello nazionale. E sarà stata proprio la massoneria a fornire questo importante ausilio a tantissimi operatori socio-sanitari e volontari d’ogni tipo di associazione in Italia”.
“E’ una partita molto importante per la Massoneria italiana – ha concluso Sergio Rosso – e proprio per non disperdere forze ed energie preziose, ed anzi per coordinarle e potenziarle , sto portando avanti il progetto di una Federazione Nazionale delle Associazioni Solidaristiche di stampo massonico, un progetto che finalmente sta per giungere in porto”.
Acacia potrebbe essere una delle prime associazioni a farne parte. Ma l’indispensabile premessa di tutto questo, come ha precisato l’attuale presidente dell’Associazione, Giuseppe Bellei Mussini (ex Venerabile della Loggia modenese “Fratellanza e Progresso”), è il suo rapido rafforzamento, ovvero l’allargamento della sua base associativa. L’obiettivo minimo sarebbe che vi aderisse almeno un membro per ognuna delle 41 (presto 42) Logge della regione, l’obiettivo più carico di speranze sarebbe invece quello che vi aderissero la maggior parte degli oltre 1200 massoni emiliano-romagnoli. “Da qui potrebbero partire poi i progetti più ambiziosi, oltre a rafforzare quanto di importante stiamo già facendo – sostiene Mussini – Con solo mezza giornata al mese di volontariato da parte di nostri fratelli dentisti in ogni provincia. per fare un esempio, potrebbe diventare, come gli Asili Notturni, i più importanti dispensatori di cure dentistiche gratuite a pazienti bisognosi di tutta la regione. Una semplice idea, per ora un sogno, che potrebbe diventare comunque un progetto concreto. Basta che gli stessi massoni ci credano per primi”.
“Abbiamo già superato, soprattutto agli inizi, la fase dell’incredulità – sostiene Giangiacomo Pezzano, il presidente del Collegio circoscrizionale dei Maestri Venerabili dell’Emilia Romagna, che è stato anche l’ideatore ed il primo promotore dell’Associazione Acacia – Non ho avuto un’idea particolarmente originale, semmai una “pazza idea”, confortata da quanto avevo visto realizzare in altre Regioni. Una “follia” che ha subito contagiato un Fratello di gran cuore e di grande Sapere, Guido Martinelli, studioso e docente universitari o di associazionismo e di enti associativi sportivi. E’ con il suo indispensabile apporto che è stata data una veste giuridica all’Associazione Acacia, ed è stato poi con il primo presidente della stessa associazione, il Fratello Nino Mancuso, che siamo subito scesi in campo per attivare un programma di assistenza e reinserimento nel lavoro di gravi cerebrolesi. Ora con il nuovo presidente Bellei Mussini questa esperienza dovrà entrae in una fase nuova, dovrà evolversi, coinvolgere di più. In altre parole: crescere, almeno al pari del crescente bisogno di aiuto per le fasce più deboli della società. La Massoneria per i suoi stessi principi, non può esimersi da questa sfida”.
Il primo banco di prova era legato proprio alla partecipazione delle Logge e dei massoni emiliano-romagnoli al convegno di Modena. Ed è stato un test ampiamente superato: la sala del convegno era infatti gremita, con presenze da ogni “Oriente” della Regione.
Ora si tratta di consolidare questo primo passo. La campagna di adesione ad Acacia è sempre aperta. Costa solo 50 euro all’anno (da versare sul c/c dell’aasociazione (presso BPM ag. 1031 di Bologma, via Mazzini, Iban IT08I0558402424000000000468). Una piccola cifra che non esaurisce certo l’impegno necessario da parte di ciascun aderente: perché, quel che è certo, la “rivoluzione del cuore” i massoni non vogliono e non possono certo farla, come diceva Fenoglio di certi intellettuali, “usando i mobili degli altri per fare barricate”. I Massoni ci devono mettere la faccia e l’impegno personale (ricordando che non si tratta altro che di uno degli impegni solenni assunti al momento dell’iniziazione).
Acacia c’è: basta crederci (e ovviamente aderire).