Il 17 marzo 2016, nella Giornata nazionale dell’Unità, si è svolta la cerimonia di scoprimento di un busto di Giovanni Venerucci, realizzato dallo scultore Orazio Vitaliti e donato alla città dall’omonima associazione culturale a lui intitolata.
Venerucci fu il primo e più celebre patriota risorgimentale riminese che perse la vita nella sfortunata spedizione organizzata dai Fratelli Bandiera nel 1844. Nella targa posta sotto il busto del patriota riminese si legge infatti: “A Giovanni Venerucci il busto del protomartire riminese del Risorgimento italiano, nellimpavida e grande azione dei fratelli Bandiera gettò gloriosamente la vita per il bene della futura età e della divinata patria.”
Al martire risorgimentale la città di Rimini ha già dedicata una targa, posta sotto il municipale Palazzo dell’Arengo, inaugurata il 28 ottobre 1900 dalla Federazione “Giuseppe Mazzini” ed esisteva un busto in gesso del martire, modellato nel 1912 dallo scultore Enrico Panzini, distrutto dai bombardamenti aerei della II Guerra Mondiale, di cui resta una foto conservata nella civica Biblioteca Gambalunga. Da qui l’idea di realizzare un busto in bronzo dedicato a Venerucci.
La sua realizzazione, l’individuazione di un luogo idoneo per la collocazione del busto bronzeo, i relativi problemi tecnico-burocratici, hanno protratto i tempi di questa intenzione condivisa di testimoniare nel tempo, con un’opera che rimarrà patrimonio della Città, l’adesione ideale a quei valori e principi universali che hanno motivato i tanti Italiani che hanno combattuto e sono morti per realizzare l’unità e la libertà del Paese.
Nel corso della cerimonia inaugurale, che si è tenuta nel pomeriggio di oggi in via Venerucci dove è stato collocato il busto del martire riminese, oltre all’assessore Irina Imola che è intervenuta a nome dell’Amministrazione comunale, hanno portato il proprio saluto il Prefetto Strano, Moreno Neri dell’associazione Venerucci e lo scultore Vitaliti che ha realizzato l’opera.
Giovanni Venerucci nasce a Rimini il 2 novembre 1808. Fabbro-ferraio, giovanissimo partecipa ai moti del 1831 che da Modena si propagano nelle Romagne, per raggiungere le Marche e l’Umbria. Affilato alla “Capanna” carbonara dei “Fratelli del Dovere”, verso il 1837 è a Trieste, poi a Corfù, dove si affilia alla Giovine Italia. Partecipa alla sfortunata spedizione dei Fratelli Bandiera che si conclude con la cattura da parte delle truppe borboniche di Venerucci e di altri undici compagni di spedizione. II 25 luglio 1844, in località Vallone di Rovito in provincia di Cosenza, Giovanni Venerucci e altri otto partecipanti alla spedizione vengono mandati a morte, mentre a tre loro compagni è comminato l’ergastolo.
Un ringraziamento particolare ai residenti del fabbricato di via Venerucci 25 che hanno permesso e autorizzato la posa del busto del patriota riminese nella parete dell’edificio.