Tredici di aprile 1808; nasce il celebre fratello Antonio Meucci, riconosciuto come l’inventore del “telettrofono”, che diverse fonti indicano come il primo prototipo del telefono.
Nato a Firenze nel popoloso quartiere di Borgo San Frediano, in Via Chiara n. 475 (oggi Via de’ Serragli n.44), dove il 16 maggio 1996 venne apposta una lapide a cura del Comune in sua memoria, mostrò fin da ragazzino di possedere grandi talenti. A 13 anni fu ammesso all’Accademia di Belle Arti, nella scuola di Elementi di Disegno di Figura, un centro di eccellenza in Europa per l’insegnamento tecnico superiore, dove studiò per sei anni oltre alle materie base, la chimica e la meccanica che comprendeva tutta la fisica allora conosciuta, compresa acustica ed elettrologia, introdotte nell’Accademia durante la dominazione francese (1799-1815). Meucci mostrò subito spiccato interesse per la chimica: nel maggio 1825, in occasione dei festeggiamenti con fuochi d’artificio per l’imminente parto di Maria Carolina di Sassonia, moglie del granduca Leopoldo II, concepì una potente miscela propellente per razzi, che però sfuggirono al suo controllo causando danni e feriti in piazza della Signoria.
Il grande inventore italiano fu molto attivo anche in Massoneria come conferma questo episodio: l’8 agosto del 1888 presiedette a New York, su delega dell’allora Gran Maestro del Grande Oriente Adriano Lemmi, la cerimonia di iniziazione dell’ambasciatore italiano negli Stati Uniti al quale rivolse un eccellente discorso di benvenuto nell’Istituzione e di augurio della sua vita iniziatica