L’acacia da sempre richiama a significati profondi. In un rinnovamento continuo, si presenta come pregiata essenza nettarifera. Rinnovamento continuo in una ciclicità di periodi segnati dalle stagioni che di anno in anno portano ad un accrescimento della pianta nel suo insieme. Una produzione nettifera che, dai suoi fiori riuniti in inflorescenze a grappolo, le api andranno a trasformare in dolcissimo miele.
L’immagine della pianta che procede nel suo sviluppo e ancor più l’incessante lavoro delle api non possono non trovare analogia nel Nostro operare. È da queste riflessioni che è derivato il desiderio di potere estendere l’adesione alla “nostra” Acacia a tutti i Fratelli delle Logge rappresentate in seno al Collegio dei Maestri Venerabili della Emilia Romagna che sentano liberamente il desiderio di tradurre in operatività il Loro essere Fratelli Massoni. Alla Nostra iniziazione il Fratello 1° Sorvegliante ci porta a considerare come quelle Virtù che nel mondo profano sono considerate qualità rare, sono per Noi soltanto il compimento di un dovere gradito. Il “miele” lo avranno a gustere altri, a noi il piacere di produrlo, di vedere la pianta svilupparsi.
Scorrendo le pagine di internet possiamo “scoprire” come vi siano molte altre “Acacie” nel mondo e come tutte, pur realtà tra loro differenti, perseguono gli stessi ideali. Quasi che la varietà dell’essenza arborea (se ne contano più di 600 specie) vada riflettendosi anche tra Noi. Giungere a produrre anche una sola goccia di miele sarà intima soddisfazione, non piacciono i “faremo “rispetto al dire semplicemente che desideriamo coltivare sogni possibili (e Noi siamo i costruttori dei sogni possibili) di potere dire “abbiamo fatto”, di non avere timore a coltivare il piacere di volerci fare “api” e da queste imitare non solo la produzione ma maggiormente ammirare le abilità nella costruzione. Anche potere aggiungere un solo mattone sarà un successo.
Il presidente di “Acacia”
Fr:. Giuseppe Bellei Mussini