Grande successo di pubblico l’iniziativa del Grande Oriente d’Italia tenuta a Ferrara il 16 novembre. Il convegno, dal titolo I Valori dell’Occidente ha visto tra i relatori Antonio Cecere, Marco Rocchi, Francesco Sberlati e Marco Veglia. In un momento particolare come quello che stiamo vivendo oggi tra sovranismi e particolarismi regionali, ci si è voluti interrogare e confrontare su quelli che sono i valori portanti del nostro spazio geografico, l’Occidente appunto, alla cui costruzione la libera muratoria ha partecipato attivamente.
I relatori hanno analizzato il concetto di Occidente, forse più spazio ideale che reale (che frequentemente si vuole mettere in antitesi con un Oriente che ha comunque contribuito alla realizzazione dell’Occidente). E’ poi stata tracciata un’analisi delle varie fasi storiche che hanno visto la massoneria via via sempre più partecipe nella storia e nell’edificazione di
società di diritti, sino al ruolo e all’impegno che deve essere attivo che il libero muratore deve avere nella collettività di oggi per migliorarla.
Il Presidente del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili dell’Emilia Romagna, Mario Martelli ha chiuso il convegno che è stato moderato da Stefano Mandrioli della R∴L∴G. Savonarola, n°104, all’Or∴di Ferrara.
S∴M∴
Da Estense.com
La Massoneria ‘striglia’ l’Occidente e se stessa: “Basta autocelebrazioni, bisogna capire il presente”
In Castello Estense la conferenza del Grande Oriente d’Italia che punta sulla necessità di rinnovare anche il mondo delle logge
È una massoneria che si rivolge al mondo occidentale e a se stessa quella che si ritrova nella sala del’Imbarcadero del Castello Estense per la conferenza pubblica “I valori dell’Occidente”, organizzata dal Grande Oriente d’Italia. Perché sia il mondo occidentale che la stessa massoneria hanno bisogno di ritrovare quella spinta di apertura e innovazione che oggi appare appannata dai “sovranismi” per quanto riguarda la società, e da “superflue autocelebrazioni” all’interno del mondo massonico.
E non a caso l’immagine della società contemporanea che viene offerta dai relatori Marco Veglia (Unibo), Francesco Sberlati (Unibo), Antonio Cecere (Tor Vergata) e Marco Rocchi (Uniurb), insieme al presidente del collegio regionale dei Maestri Venerabili Mario Martelli, è piuttosto cupa. Veglia ripercorre gli ultimi tre secoli delle democrazie occidentali, a partire dalla loro nascita ‘clandestina’ dovuta anche grazie a quei piccoli “spazi di libertà privata che erano stati ottenuti durante antichi regimi”. E sottolinea come proprio quegli spazi di libertà privata, che portarono anche alla formazione delle organizzazioni massoniche, furono la base per superare le divisioni politiche e religiose che per secoli avevano spaccato la società occidentale, favorendo così la nascita delle democrazie in Europa e del Risorgimento in Italia.
Ma se la massoneria e gli ideali di libertà furono decisivi tra XIX e XX Secolo, l’errore di chi seguì fu quello di fermarsi alla mera rievocazione di idee o eventi storici, mentre la società sempre più globalizzata cambiava le logiche del mondo e dei suoi abitanti. È per questo che Sberlati ‘striglia’ un certo tipo di cultura che giudica eccessivamente celebrativa e schierata perennemente in difesa dei simboli del passato, andando anche a sollevare alcune critiche alla Costituzione italiana (come l’incompatibilità tra l’articolo 7 che vincola lo Stato ai Patti Lateranensi con la Chiesa Cattolica e l’articolo 8 che equipara tutte le religioni).
“Occorre anche nella Massoneria una presa di coscienza di quanto il mondo è cambiato – afferma il moderatore Stefano Mandrioli –. Le generazioni di oggi usano il termine ‘boomer’ in modo dispregiativo, per indicare le generazioni nate durante il boom economico, che hanno causato quelli che oggi sono i mali del mondo. Non si tratta solo di parlare un linguaggio attuale, ma anche di dargli dei contenuti: per non finire nei musei, la Massoneria deve riuscire a intercettare le spinte del mondo contemporaneo”.