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Il monumento a Giordano Bruno è una scultura in bronzo situata a Roma nel Campo de’ Fiori e più precisamente nel luogo del rogo del filosofo avvenuto il 17 febbraio del 1600. La statua è stata realizzata da Ettore Ferrari ed è stata inaugurata il 9 giugno 1889.
La collocazione del monumento venne fortemente criticata dalle autorità ecclesiastiche e divenne il simbolo del libero pensiero e una sfida alla Chiesa e al papa.[1]
Storia
L’idea e la battaglia con la Chiesa
Una prima statua in sua memoria fu eretta nel 1849 durante il breve intervallo della Repubblica Romana di Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini, ma fu poi distrutta per volontà di Pio IX dopo la restaurazione del potere temporale.[2][3] Nel 1876, con l’avvento della Sinistra storica al governo, alcuni studenti universitari guidati dai liberal-radicali Adriano Colocci e Alfredo Comandini promossero un Comitato allo scopo di edificare un monumento a Giordano Bruno. L’idea che il monumento dovesse sorgere in Campo de’ Fiori, nel luogo del rogo del filosofo, fu di Armand Lévy, uno degli ideatori della Comune di Parigi.
La sottoscrizione promossa dal Comitato trovò però scarsa accoglienza da parte dei professori, ad eccezione di Bertrando Spaventa e Antonio Labriola che aiutarono gli studenti a portare avanti la loro battaglia.[4] Neanche i politici aiutarono: in particolare la giunta comunale di Roma, allora guidata dai clerical-moderati, ostacolò il processo per la cessione del terreno per il monumento,[5] anche se il 1º giugno 1877 il sindaco Pietro Venturi stanziò 200 lire all’uopo.[6]
L’ideazione del monumento venne quindi affidata allo scultore e massone Ettore Ferrari che nel 1879 presentò una prima versione della statua, raffigurante Bruno in atteggiamento di sfida davanti al tribunale dell’Inquisizione, ma il bozzetto non venne accettato.[1] Secondo Aldo Mola Giordano Bruno divenne, nella seconda metà del XIX secolo, la bandiera ufficiale della Massoneria, che vide nel suo “indomito spirito di ricerca, ribelle a qualsiasi imposizione dogmatica” un ideale affine al libero pensiero su cui essa si fonda.[7] Nel 1885 fu formato un nuovo comitato per la costruzione del monumento a Giordano Bruno, precursore dell’Associazione nazionale del libero pensiero “Giordano Bruno”, a cui aderirono alcune tra le maggiori personalità dell’epoca: Victor Hugo, Michail Bakunin, Henrik Ibsen, Herbert Spencer, Ernest Renan, Algernon Swinburne, Ernst Haeckel;[2] fra gli italiani Giovanni Bovio, Giosuè Carducci, Roberto Ardigò, Cesare Lombroso e Pasquale Villari, oltre a politici di varia provenienza.[5] Nel 1887 Ferrari presentò un nuovo bozzetto del monumento, meno polemico del precedente.[1]
Nel 1888 gli studenti universitari, tra i maggiori esponenti del comitato, fecero numerose manifestazioni per erigere il monumento, ma il consiglio comunale di Roma, all’epoca controllato dalla maggioranza filo-clericale, cercava di porre ostacoli. Appena un anno prima, il sindaco Leopoldo Torlonia era stato rimosso dall’incarico dal Presidente del Consiglio Francesco Crispi proprio a causa del suo attaccamento alle istituzioni ecclesiastiche. Le elezioni del giugno 1888, in cui la questione del monumento giocò un ruolo nient’affatto secondario, furono perse dai filoclericali e vinte dai liberali. Finalmente, il 9 giugno 1889, venne inaugurato a Campo de’ Fiori il monumento a Bruno.