Iniziamo da oggi la pubblicazione a puntate dello stradario massonico della città di Bologna, a cura del Professor Stefano Arieti. Il volume, che raccoglie tutte le strade intestate ai Liberi Muratori nella città felsinea, sarà pubblicato su questo sito a cadenza settimanale e poi raccolto in unico tomo digitale disponibile sulla Biblioteca del Collegio dei Maestri Venerabili dell’Emilia Romagna.
ABBA GIUSEPPE CESARE (via)
Da via G.Pierluigi da Palestrina a via A. Corticelli – Quartiere Savena
BIOGRAFIA PROFANA
Giuseppe Cesare Abba (Cairo Montenotte [Savona] 1838-Brescia 1910] Dal 1849 al 1854 studiò presso gli scolopi a Carcare, iscrivendosi poi all’Accademia di Belle Arti di Genova, che ben presto abbandonò. Successivamente nella primavera del 1859 si arruolò volontario nei cavalleggeri d’Aosta, sperando che questa prima esperienza militare potesse determinare l’orientamento futuro della sua vita; al contrario, furono mesi di cupa delusione resa più amara dalla completa inattività (mentre si combatteva a Solferino e a San Martino il reggimento dell’A. era di riserva a Melzo). Dopo un soggiorno a Parma all’inizio del 1860, si arruola nei “Mille” , combattendo eroicamente a Calatafimi e Palermo, distinguendosi, poi, nella battaglia del Volturno, dove riportò una menzione onorevole. Nel corso della spedizione annotò, su un taccuino edito soltanto nel 1933, i fatti più notevoli verificatisi giorno per giorno. Conclusasi la spedizione, Abba tornò a Cairo Avrebbe voluto partecipare all’impresa garibaldina in Aspromonte, ma partito da Pisa insieme con altri compagni, si recò a Torino e di qui a Genova, ma, trattenuto dalle autorità, non poté raggiungere Garibaldi. Preferì tornare allora agli studi, e a Pisa si dedicò intensamente a vaste letture storiche e letterarie. Qui scrisse il poemetto Arrigo. Da Quarto al Volturno. Partecipò successivamente alle nuove imprese di Garibaldi, guadagnando una medaglia d’argento nella giornata di Bezzecca (20 luglio 1866). Terminata la guerra, nel 1867 si ritirò a Cairo Montenotte dove, eletto sindaco, promosse e realizzò numerose opere di interesse generale, affrontando i problemi più immediati nel campo dell’istruzione, dell’igiene e dell’urbanistica. Sempre a Cairo, nel 1875 terminò di scrivere il romanzo storico Le rive della Bormida nel 1794 e nel 1880 pubblicò Noterelle d’uno dei Mille edite dopo vent’anni, poi rielaborate con il titolo Da Quarto al Volturno, forse il miglior libro dell’epoca sul Risorgimento italiano. Fu in questo periodo che entrò in rapporto con Giosuè Carducci, che promosse i suoi scritti e lo spinse a pubblicare le Noterelle. Per l’interessamento del Carducci, nel 1881 ricevette l’incarico di professore di italiano nel Regio Liceo Ginnasio Torricelli di Faenza, dove rimase per tre anni fino al 1884. Nel 1884 vinse la cattedra di professore presso l’Istituto tecnico Nicolò Tartaglia di Brescia, ove insegnò per ben 26 anni diventando preside stimatissimo dell’istituto e consigliere comunale. Nel 1889 fu eletto socio effettivo dell’Ateneo di Brescia. Nel 1903 partecipò alle commemorazioni di Garibaldi in Campidoglio a Roma. Nel 1908 gli fu offerto l’ambito posto di preside presso un istituto di Milano, che accettò in un primo momento per poi declinare con modestia, ritenendosi non degno di tale promozione. Il 5 giugno 1910 Abba fu nominato senatore.
BIOGRAFIA MASSONICA
Sicuramente massone già dai tempi della spedizione dei Mille, nel 1869 da Maestro fu tra i fondatori della Loggia “Sabazia” di Savona.
BIBLIOGRAFIA:
Gnocchini, L’Italia dei Liberi Muratori. Brevi biografie di Massoni famosi, Roma-Milano, 2005, pag. 1.
Mariani, Abba Giuseppe Cesare, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1960, vol. 1°, pagg-10-13.
AGLEBERT AUGUSTO (via)
Da via A. Costa a via Sabotino – Quartiere Porto-Saragozza
BIOGRAFIA PROFANA
Augusto Aglebert (Bologna 1810-1882), dopo essersi dedicato da giovane alla recitazione con i filodrammatici del teatro Contavalli, fra il 1840 ed il 1847 collaborò ad alcuni periodici bolognesi, quali l‘Istitutore, il Solerte (1838-1841), il Povero (1846-48) e il Felsineo, settimanale d’agraria e di economia, cui cercò di dare un indirizzo liberale. Nel 1847, rotti i rapporti con i più conservatori redattori di quel foglio, Aglebert e il suo fratellastro per parte di madre Carlo Berti Pichat diedero vita ad un bisettimanale, L’Italiano, che ebbe breve durata (1847-1849). Partecipò ai moti di Savigno (1843). Successivamente, quando il cardinale Amat di San Filippo assunse la carica di legato di Bologna (1847) Aglebert, che aveva pubblicamente espresso la sua soddisfazione per la scelta effettuata dal pontefice, fu fatto capitano della Guardia civica. Partecipò, poi, alla difesa di Venezia e a quella della Repubblica Romana. Al termine di questa esperienza, si rifugiò in esilio in Piemonte, tornando a Bologna nel 1859, alla caduta del governo pontificio. Nel 1860 entrò a far parte del Comitato di provvedimento per Garibaldi, creato per finanziare la spedizione dei Mille. Ebbe, successivamente, l’incarico di ispettore della Biblioteca dell’Archiginnasio, ove trascorse l’ultima parte della sua vita, dedicandosi a studi storici di vario argomento.
BIOGRAFIA MASSONICA
Non è dato di sapere dove e quando fu iniziato Massone; nel giugno 1861 fu eletto Segretario della Loggia “Severa” di Bologna. Successivamente ricoprì questo ruolo, anche, nella Loggia “Galvani”, sempre di Bologna. Nel 1864 la rappresentò all’Assemblea Massonica di Firenze
BIBLIOGRAFIA
Fubini, Aglebert Augusto, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1960, vol. 1°, pagg.399-400
V.Gnocchini, L’Italia dei Liberi Muratori. Brevi biografie di Massoni famosi, Roma-Milano, 2005, pag. 2.
AGUCCHI (via)
Dalla via Emilia Ponente, nei pressi, del Ponte Reno mette in via F. Zanardi – Quartiere Navile
La strada ricorda la famiglia Agucchi o Agocchi o Delle Agocchie. Alla Famiglia appartenne Alessandro
(Bologna 1774-1853)
BIOGRAFIA PROFANA
Alessandro Agucchi all’arrivo dei Francesi a Bologna (1796), ebbe importanti incarichi municipali. Funzionario, in seguito, del Regno d’Italia, nel 1805 ebbe la carica di consigliere della prefettura del Reno e nel 1807 quella di consigliere di stato. Prefetto dell’Alto Adige nel 1810, fu trasferito nel dipartimento del Passarano nel 1811. Caduto il Regno italico, venne inviato al congresso di Vienna, insieme con il conte Cesare Bianchetti, per ottenere che la Romagna fosse aggregata all’Impero austriaco, piuttosto che restituita allo Stato pontificio. Nel 1815, aderì al tentativo di G. Murat, e fu per brevissimo tempo prefetto della provincia di Bologna. Nel febbraio del 1831 fece parte del governo provvisorio della città e provincia di Bologna, che votò la decadenza del dominio pontificio. Entrate le truppe austriache in Bologna, fuggì, riparando prima a Lucca, poi in Corsica e a Marsiglia. In seguito tornò in patria, sempre sorvegliato dalle autorità pontificie.
BIOGRAFIA MASSONICA
Durante i suoi incarichi nel Governo del Regno Italico frequentò la Loggia “Amici dell’Onore” di Bologna, fondata nel 1806 all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia in Milano
BIBLIOGRAFIA
Gnocchini, L’Italia dei Liberi Muratori. Brevi biografie di Massoni famosi, Roma-Milano, 2005, pag. 3.
E.Piscitelli, Agucchi Legnani Alessandro, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1960, vol. 1°, pagg.50-51.
ALFIERI VITTORIO (via)
Da via B. Passarotti a via A. Calzolari – Quartiere Navile
BIOGRAFIA PROFANA
Vittorio Alfieri (Asti 1749 – Firenze 1803), dopo la morte del padre, quando aveva un solo anno di età, visse fino all’età di nove anni e mezzo ad Asti a Palazzo Alfieri (la residenza paterna), affidato ad un precettore. Fu avviato alla carriera militare, che ben presto abbandonò. Il viaggiare fu per lui un bisogno precoce e perpetuo; egli visitò non solo le principali città italiane sino a Napoli, ma quasi tutta l’Europa. In Olanda e in Inghilterra ebbe due incontri amorosi; un terzo, a Torino, con la marchesa Gabriella Turinetti, fu indiretta cagione della sua definitiva conversione alla letteratura, alla quale già l’aveva indirizzato la lettura delle Vite di Plutarco. Assistendo la Turinetti durante una sua malattia, aveva abbozzato una tragedia, Antonio e Cleopatra, che poi, condotta a termine, fu rappresentata con successo (1775). A Firenze conobbe Luisa Stolberg, moglie di Carlo Eduardo Stuart, conte di Albany, con la quale visse maritalmente fino alla morte. Tra il 1778 e il 1785 condusse continui viaggi che lo portarono a Roma, Siena, Pisa. Tra il 1785 e il 1787 alternò principalmente le dimore di Martinsburg presso Colmar, in Alsazia, e di Parigi, dove nel 1787 si stabilì con l’Albany e restò sino al 1792. Qui assistette, ammirato, ai primordî della rivoluzione, che placarono per un momento la sua radicata avversione alla Francia, patria dell’illuminismo. Gli eccessi rivoluzionarî, però, presto lo disgustarono. Fuggito da Parigi, si stabilì definitivamente con la sua donna a Firenze. L’ odio per i tiranni e l’amore per le libertà repubblicane furono il tema dominante della sua produzione cospicua letteraria. Tra il 1776 e il 1786 scrisse le diciannove Tragedie, tra le quali il Saul e la Mirra sono concordemente ritenute i suoi capolavori.
BIOGRAFIA MASSONICA
Non si sa quando fosse iniziato, ma certamente fu membro della R:. L:. “Della Vittoria” all’Oriente di Napoli fondata nel 1174 all’obbedienza della Gran Loggia Nazionale “Lo Zelo” da aristocratici vicini alla regina Maria Carolina d’Asburgo Lorena (1752-1814). L’Alfieri compare alcuni anni dopo, al numero 63 dell’elenco nel Tableu des Membres de la Respectable Loge de la Victoire à l’Orient de Naplesin data 27 agosto 1782, con il nome di “Comte Alfieri, Gentilhomme de Turin”. La sua affiliazione alla loggia di Napoli fu sicuramente favorita dai frequenti soggiorni in quella città e soprattutto dall’importanza che Napoli accrebbe nei confronti della massoneria, dal momento che i Savoia,di lì a poco chiusero ogni attività massonica in Piemonte (1783), costringendo il conte Asinari di Bernezzo, capo della massoneria italiana di rito scozzese, a cedere la carica proprio al principe Diego Naselli di Napoli. Durante il periodo dell’affiliazione, Alfieri si cela per la sua corrispondenza ai confratelli sotto lo pseudonimo di conte Rifiela. Con il sopraggiungere in Europa dei venti rivoluzionari che sfoceranno poi nella rivoluzione francese, l’Alfieri prese le distanze dalla massoneria, forse perché essa accentuò l’impegno giacobino, antimonarchico, anticlericale, o forse anche per quel suo aspetto caratteriale indipendente fino all’ossessione, divenendo così un “massone in sonno”. Nella satira di Le imposture si scaglierà contro i suoi vecchi confratelli apostrofandoli come “fratocci” che imbambolavano gli adepti per farne creature proprie, ingenuo piedistallo per i furbi.”
BIBLIOGRAFIA
Fubini, Alfieri Vittorio, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1960, vol. 2°, pagg. 273-319.
V.Gnocchini, L’Italia dei Liberi Muratori. Brevi biografie di Massoni famosi, Roma-Milano, 2005, pag. 9.
Marchetti. Vittorio Alfieri, fratel massone in “Il Platano” anno VII, Asti, 1982.
ALLENDE SALVADOR (via)
Da viale A. Lincoln si dirige verso nord e non ha sfogo. Quartiere Navile
BIOGRAFIA PROFANA
Salvator Allende (Valparaiso 1908- Santiago 1973), di famiglia agiata, partecipò da studente alla lotta politica contro la dittatura di Ibáñez e subì nel 1931 la prigione. Laureato in medicina nel 1932, tra i fondatori del partito socialista nel 1933, eletto deputato nel 1937, fu chiamato due anni dopo a dirigere il ministero della Sanità nel governo di Fronte popolare del presidente Aguirre Cerda. Senatore dal 1945, fu candidato del Fronte popolare alle elezioni del 1952, 1958 e 1964. Eletto presidente del senato nel 1968, quale leader della coalizione di Unità popolare (socialisti, comunisti, cattolici di sinistra e radicali), divenne presidente della repubblica con le elezioni del 4 settembre 1970. Il governo presieduto da A. attuò una politica di riforme destinate a colpire gli interessi dei ceti privilegiati cileni e delle grandi società multinazionali, soprattutto statunitensi. Procedette, infatti, alla integrale attuazione della riforma agraria, e successivamente alla nazionalizzazione di alcune industrie e delle miniere di rame. In politica estera Allende stabilì rapporti d’amicizia con Cuba e gli altri paesi socialisti. La politica di Allende. provocò la reazione dell’opposizione parlamentare (conservatori e democratici cristiani), che mise in difficoltà il governo costretto a subire numerosi rimaneggiamenti. Allende dovette inoltre affrontare il fenomeno del terrorismo, provocato dalle fazioni estreme, che si scatenò in tutto il paese mentre la situazione economica, resa precaria dalla sospensione dei crediti esteri (per lo più statunitensi), si aggravò in seguito a un’ondata di scioperi senza precedenti. Il 22 agosto 1973 la Camera dichiarò illegale il governo di Allende; il voto suscitò reazioni negli alti gradi delle forze armate. A questo punto Allende propose un plebiscito per conoscere la volontà del popolo, ma l’11 settembre un’improvvisa rivolta promossa dai militari, comandati dal generale Augusto Pinochet, provocò il bombardamento e l’assalto al palazzo presidenziale, dove Allende, rifiutatosi di arrendersi, morì.
BIOGRAFIA MASSONICA
Salvador Allende entra in Massoneria il 16 novembre 1935 nella Loggia Progreso di Valparaiso, fondata dal nonno Ramon Allende Padin che era stato Gran Maestro della Gran Loggia del Cile nel 1884. Il 27 ottobre 1937 Allende ottiene il grado di Compagno e il 31 ottobre 1945 quello di Maestro nella Loggia Hiram di Santiago alla quale appartiene per 37 anni, fino alla sua tragica morte. Nel suo testamento massonico, all’atto dell’iniziazione, si legge:
- Quali sono i doveri dell’uomo verso i suoi simili? “L’uomo è solo un ingranaggio del conglomerato sociale, per questo, la sua vita dev’essere al servizio dei suoi simili”.
- Quali sono i doveri verso te stesso? “Organizzare l’esistenza avendo chiari gli obblighi, i doveri e i diritti, questi ultimi legati ai doveri e ai diritti degli altri”.
3) Quale memoria di te stesso vorresti lasciare dopo la morte? “Quella di aver compiuto gli obblighi che mi fossi imposto, quella di essere stato utile alla società avendo concorso alla suo perfezionamento spirituale, morale e materiale”.
BIBLIOGRAFIA:
Gonzalo Rocha, Allende massone. Il punto di vista di un profano, con prefazione di S. Bisi, Milano 2015
J.Manuel Martinez, Salvator Allende. L’Uomo. Il Politico, Roma 2013
AMENDOLA GIOVANNI ( via)
Da piazza dei Martiri 1943-1945 a viale P. Pietramellara – Quartiere Porto – Saragozza
BIOGRAFIA PROFANA
Giovanni Amendola (Sarno 1882 – Cannes 1926 ), sin da giovanissimo iscritto al Partito Socialista Italiano, collaborò con vari giornali (La Voce; Il Resto del Carlino; Il Corriere della Sera).Sollecità l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale nel 1915, dove combattè come volontario, raggiungendo il grado di capitano e vincendo una medaglia di valore. Dopo la guerra, Amendola si dedicò interamente alla politica come liberale democratico a favore di una politica di riavvicinamento agli slavi. Eletto per la prima volta in parlamento nel 1919, nel 1922 fu ministro per le colonie nel gabinetto di Luigi Facta. Con l’avvento al potere di Benito Mussolini, Amendola divenne un leader dell’opposizione e attaccò il nuovo regime attraverso le colonne del suo quotidiano “Il Mondo”. Dopo l’omicidio del leader socialista Giacomo Matteotti, Amendola fu uno dei deputati che si ritirarono dalla camera per protesta. Nonostante le minacce alla sua vita durante la campagna elettorale del 1924, dichiarò incostituzionale la legge elettorale fascista. Morì, in esilio, a causa di ferite riportate a seguito di un’aggressione fascista in Montecatini nel 1925.
BIOGRAFIA MASSONICA
Fu iniziato Massone il 24 maggio 1905 nella Loggia “Romagnosi” di Roma
BIBLIOGRAFIA
Carocci, Amendola Giovanni, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1960, vol. 2°, pagg. 761-76
V.Gnocchini, L’Italia dei Liberi Muratori. Brevi biografie di Massoni famosi, Roma-Milano, 2005, pag. 12.