Undici di settembre 1973; muore Salvador Allende, il Fratello socialista Presidente del Cile, durante l’assalto al Palazzo della Moneta da parte dei militari golpisti fedeli a Pinochet.
L’iniziazione nel 1935
Nato a Valparaíso il 26 giugno 1908 da una famiglia benestante, Allende frequentò il Liceo Eduardo de la Barra e conobbe l’anarchico Juan De Marchi, calzolaio emigrato da Torino, che influenzò la sua formazione giovanile. Laureatosi in medicina all’Universidad de Chile, alla fine degli studi venne inquisito per motivi politici.
Nel 1933, si avvicinò al nascente Partito Socialista Cileno, diventandone uno dei fondatori e assumendone dieci anni dopo, nel 1943, la segreteria. Nel 1938 venne eletto deputato e nel 1942 ministro della Sanità. Nel 1945 diventò senatore e poi presidente del Senato. “Io, Salvador Allende, di mia libera e spontanea volontà e sotto la mia parola d’onore mi offro come candidato alla Società Massonica, desiderando di essere utile all’umanità”.
Con queste parole il futuro presidente cileno, destinato a diventare icona della sinistra mondiale e martire della libertà chiese di essere iniziato in Massoneria. La sua domanda venne accolta e la cerimonia si tenne alle 18,30 del 16 novembre 1935 nella loggia Progreso di Valparaiso, fondata dal nonno Ramon Allende Padin, che era stato Gran Maestro della Gran Loggia del Cile nel 1884. Allende aveva 27 anni. Cinque anni dopo, si trasferì a Santiago dove entrò nell’officina Hiram n. 65 alla quale appartenne fino alla sua tragica morte.